Cometa C/2019 Y4 ATLAS
La cometa C/2019 Y4 ATLAS è stata una grande sorpresa per gli astronomi e la comunità degli astrofili. All’inizio non era che una roccia opaca, individuata il 28 dicembre 2019 dal sistema ATLAS (Asteroid Terrestrial-Impact Last Alert System), ma nel suo lungo tragitto verso il Sole sta aumentando considerevolmente la sua luminosità ed ora è già visibile nella zona del cielo fra il Grande e il Piccolo Carro con l’aiuto di un buon binocolo.
Ha un’orbita quasi parabolica con un periodo di 5475 anni quindi non avremo altre occasioni per ammirarla.
Già adesso ha sviluppato una bella chioma verde e una coda di ioni eccitati dalla radiazione solare, ma con un po’ di fortuna tra la seconda metà di aprile e la prima di maggio potremo vederla anche ad occhio nudo guardando verso Nord-Ovest.
La foto è stata eseguita tramite un telescopio remoto situato in New Mexico, USA, alla quota di 2225m. Si tratta di un Planewave Ascension 200HR da 500 mm di diametro e 2260 mm di focale, mentre la camera di ripresa è una FLI Proline PL11002M munita di filtri Astrodon Red, Green, Blue. 180 sec per ogni filtro.
Autore: Mauro Di Lorenzo
7132 Casulli: asteroide binario
Non smette di stupire l’indimenticabile Silvano Casulli, astrofilo difficile da descrivere per l’unicità del personaggio.
Silvano, socio ASTRIS, è stato il primo astronomo dilettante a fare misure di posizione di un pianeta minore, un asteroide nella fascia compresa tra Marte e Giove, con un sensore digitale di tipo CCD; il primo… ha aperto al mondo una strada percorsa da migliaia di altre persone ma lui ha indicato il metodo.
Silvano può vantare la scoperta di ben 192 asteroidi, una cifra incredibile che testimonia la costanza del suo studio del cielo: un’ammirazione delle bellezze celesti accompagnata da una elevata padronanza degli strumenti tecnici, solo un connubio del genere poteva generare risultati come i suoi.
Silvano, venuto a mancare nel luglio del 2018, resta nei nostri cuori: a lui abbiamo intitolato la cupola dell’Osservatorio Astronomico di Cervara di Roma.


Ebbene, l’asteroide a lui dedicato, precisamente 7132 Casulli e scoperto nel 1993 da Vagnozzi di Stroncone, ha concesso una novità molto interessante: è un asteroide binario, ossia un oggetto costituito da due asteroidi che ruotano intorno al comune centro di massa. La natura binaria di questo asteroide è stata annunciata il 25 marzo con il bollettino Atel 13590: http://www.astronomerstelegram.org/?read=13590
I crediti della scoperta vanno a un nutrito gruppo di astrofili, anch’essi dediti con la costanza di Silvano allo studio del cielo; eccone l’elenco:
– Lorenzo Franco (Osservatorio Balzaretto, Roma);
– Alessandro Marchini, Giacomo Bonnoli (Osservatorio Astronomico del Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente, Università di Siena);
– Riccardo Papini (Osservatorio WBRO Carpione, San Casciano Val di Pesa, Firenze);
– Paolo Bacci e Martina Maestripieri (Osservatorio San Marcello Pistoiese, Pistoia);
– Nello Ruocco (Osservatorio Astronomico Nastro Verde, Sorrento);
– Nico Montigiani e Massimiliano Mannucci (Osservatorio Margherita Hack, Firenze);
– Giulio Scarfi (Osservatorio Iota Scorpii, La Spezia)
A proposito, 7132 Casulli è un asteroide di circa 9 km di diametro, che orbita intorno al Sole in 3 anni e mezzo percorrendo un’orbita eccentrica compresa tra le orbite di Marte e Giove. Le riprese effettuate hanno permesso di stabilire che l’asteroide più piccolo ha le dimensioni di circa un quinto di quello più grande.

Arco della Via Lattea nei cieli meridionali
Composizione di 16 pannelli, ciascuno ottenuto con una reflex Canon 6D non modificata, obiettivo Tamron 15-30 f2.8 aperto a f3.5, con esposizioni di 20 secondi a 6400 ISO.
Nessun inseguimento, cielo perfetto!
Luogo di ripresa: deserto di Atacama in Cile, regione di Antofagasta, a circa 70 km di distanza dal centro abitato più vicino, sotto un cielo tersissimo
Data: 29 giugno 2019
Autori: Roberto Volsa e Mauro Di Lorenzo
La nebulosa Testa di Cavallo
La nebulosa oscura più famosa di tutto il cielo: la Testa di Cavallo nella costellazione di Orione ripresa in questa immagine realizzata presso l’Osservatorio Claudio del Sole a Cervara di Roma
Il suo nome reale è B33, ossia l’oggetto alla riga 33 del catalogo delle nebulose di polvere redatto da Edward Emerson Barnard redatto ormai 100 anni fa; ma il suo nome comune di “Testa di Cavallo” deriva dalla sua inconfondibile forma che tutti possono facilmente riconoscere.
La nebulosa è chiaramente visibile grazie alla presenza, per un effetto puramente prospettico, di una nebulosa ad emissione alle sue spalle: la IC 434: la Testa di Cavallo è così ben contrastata ed è anche più facile fotografarla.
E’ una nebulosa di polveri ricca di gas, che presenta stelle in formazione alcune delle quali sono quasi nella fase di sequenza principale e stanno facendo capolino tra le coltri di polveri da cui hanno avuto origine. Attualmente questa formazione stellare è consentita grazie a dei movimenti vorticosi all’interno della nube che hanno permesso ad alcuni grumi di addensarsi e quindi iniziare il processo di accrescimento di materiale dalle zone circostanti.
La distanza della nebulosa è di circa 1400 anni luce da noi, mentre la IC434 dista circa 150 anni luce in più.
Testa di Cavallo e IC434 fanno parte di un complesso nebulare molto più esteso: il complesso “molecolare” di Orione; una struttura estremamente complessa e ricca di nebulose oscure, nebulose ad emissione e sede evidente di formazione stellare: la parte fotografata ritrae una parte di questo complesso molecolare denominata con la lettera “B”, mentre la parte principale (lettera “A”) è costituita dalla regione della grande Nebulosa di Orione anche conosciuta come M42, visibile peraltro anche ad occhio nudo.
La foto ritrae, oltre alla testa di Cavallo e a IC434, anche la nebulosa a riflessione NGC2023, dal caratteristico colore azzurro; questa e’ illuminata dalla stella HD37903 che si trova al suo centro; questa è una delle tante stelle nate da questo complesso nebulare ed e’ molto giovane. La sua temperatura molto elevata le conferiscono un colore tendente all’azzurro che possiamo ammirare riflesso su questa nebulosa.
L’alone a sinistra in alto è generato dalla luminosissima e vicina (prospetticamente) stella Alnitak, una delle stelle della cintura di Orione.
I dettagli della foto sono i seguenti:
22 pose da 5 minuti ciascuna
Camera Canon 6D modificata Super UV-IR cut a 800 ISO
Telescopio Meade ACF 12” con riduttore Lepus
Telescopio guida: William Optics 110mm f7
Camera guida: ASI174 monocromatica
Montatura 10Micron GM2000 QCI